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Data 24/12/2007, ore18.00, anzi 18 e un pò per essere precisi, vigilia di Natale, obiettivo alcolizzarsi, perdere la dignità, essere brutto da vedere, però non da solo che non sta bene ma bensì con gli amici, quelli veri, quelli che becchi solo a natale perché come te hanno abbandonato l’isola per conquistare il mondo.

Sento per telefono il signor Carlo, lui vive stabile a milano, ormai ha la casa, la donna, la vita e il baretto fisso in corso sempione. Li trova spesso i sardi che hanno nostalgia della birra Ichnusa e bevono Marsala secco dalla mattina alla sera per non dimenticare di ricordare.

Lui ogni tanto gli dice “perché non tornate a casa?” ma loro non rispondono quasi mai, e quando rispondono gli dicono che sono andati via a cercar fortuna, i genitori hanno affittato la stanza e pare brutto mandare via il nuovo semi-figlio-adottivo che beve di meno e da più soddisfazioni ai genitori.

Ci diamo appuntamento per un primo aperitivo alle 18.15 al Gatto Fuori, un localino simpatico, dove c’è una buona varietà di manzi da birra e signorine che bevono un martini liscio ogni tanto.

Noi ci sediamo al tavolo, ordiniamo la birra, parliamo male del sindaco di Sassari e del piano urbanistico che non funziona.

Dovendo un mio amico consegnare un portatile ad una cliente facciamo una pausa, andiamo in una casa di ricchi, io e Carlo, anche se ancora non siamo brutti da vedere aspettiamo in macchina.

Finita la consegna cambiamo bar, sono le 19.15 e si passa ai cocktail tipo cardinale e robe simili.

Siamo finiti nella via dopo, qui a parte il locale futuristico siamo piacevolmente colpiti dalla cassiera e per dimostrare il vero uomo che è intrinseco dentro ognuno di noi ordiamo altre bevande costose incuranti del danaro.

Passano altre persone, l’ora di cena si avvicina e qui il mondo si divide un due:
1) Quelli che fanno la cena di natale in famiglia la vigilia.
2) Quelli che fanno il pranzo di natale il giorno dopo.
2) Quelli che fanno cena e pranzo.

Così dall’alto del mio calice mi tiro dietro tutti quelli che come me hanno il pranzo il giorno dopo e si decide di cenare in giro, che tanto più tardi, dopo la mezzanotte si fanno altri danni.

Sono le 20.30 passate, la città è deserta, in giro il nulla, non rispettiamo i sensi unici, entriamo in macchina nelle aree pedonali, centro storico, non esistono regole perché non c’é nessuno che le possa far rispettare.

Pizzerie chiuse, ristorati chiusi, tavole calde chiuse, bar chiusi, rimane solo lo zozzone di S.Maria e i ristoranti cinesi, ora premesso che adoro la cucina cinese come concetto, sono consapevole anche che li si va a mangiare cani fritti e robe sintetiche, dallo zozzone invece fondamentalmente si gustano dei topo-burger.

Alla fine decidiamo per il cinese dell’Emiciclo.

Prendiamo antipasti, spaghetti alla piastra, del pesce, tutto buono, Giuppa Dj si scola 2 litri di sake dimostrando tutto il suo valore di bovino italiano alché la cameriera ci chiede la sua mano, qui prendo la parola io, le spiego che per portarsi a casa un manzo di 65kg deve dimostrare di saper attende il rientro dell’uomo dal bar con i malloreddus sul fuoco e una bottiglia di vecchia romagna sul tavolo, le propongo quindi un periodo di prova a partire dal 3 Gennaio, si deve presentare a casa con la sua roba, le do l’indirizzo, può portare massimo una valigia perché posto più di tanto non ce ne.

E’ passata la mezzanotte, paghiamo, facciamo gli auguri di natale, loro ci guardano strano ma ricambiano.

Giuppa Dj mi segnala il suo negozio di computer, ha aperto a marzo, bisogna passare il tempo, ha del limoncino nel retro bottega quindi andiamo.

Bel negozio, curato bene, buono il limoncino, iniziamo a raccontarci le strategie di mercato, la soddisfazione del cliente e robe simili.

Il tempo vola, si fa l’una e mezza del mattino, lui dorme li, si trova bene, io invece decido di fare un salto al tappetino rientrando a casa che non si sa mai.

Salgo in macchina e Sforaz mi scrive un msg sul cellulare al quale non posso dire di no, segue il testo:< Mi che ne stai venendo al tappetino >.

Mi dirigo al luogo prescelto, pieno zeppo di gente che beve e si fa gli auguri, qui non è facile riconoscere le facce amiche e potrebbe essere pericoloso fermarsi nel punto sbagliato.

Vedo in lontananza Giovanni con una bottiglia di Rosé di Alghero tracannato a piccoli sorsi dalla bottiglia, mi fermo, “ebé, belli eravato ieri??? noi di più!!!”.

Qui scene di festa, auguri, c’e’ anche Giorgio e Carenti che fissandomi negli occhi mi ripete “La vita di Banny è nelle tue mani”.

Bevo anche io e contatto Sforaz che mi dice “Mi che stiamo andando tutti quanti tutto sfando al Tumbao, locale nel centro di SS very r’n’r”.

Allora si va, carico Giorgio e Giovanni in macchina mentre Carenti finisce il vino e va via.

Ingresso, facciamo un pò i seri, aspettiamo 5 minuti e siamo dentro, entrata trionfale (non ci si vedeva dall’estate), “ebé come stai”, “belli eravate prima?”, “e cose state bevendo?”.

E si parte con Cuba Libre e Mojito bevuti con la cannuccia.

Bella musica, si balla per smaltire, si salta, a turno si viene presi di peso da tre/quattro persone sbronze e lanciati in aria a mo di finale di coppa del mondo.

Tutto bello, sociale e istruttivo.

Giovanni molestissimo inizia a brindare duro con chiunque rischiando di spaccare bicchieri e bottiglie finché non fa un gavettone di birra ad un perfetto sconosciuto alla mia sinistra, il tipo però è tranquillo, noi cerchiamo di scusare l’insano gesto ma Giovanni prende una birra e a mo di festeggiamento di vittoria del GP di Monaco e tenta la doccia collettiva.

Mi fiondo sulla bottiglia e come scudo umano svuoto la bottiglia per terra.

Qui intervine Ray Testoni che porta via il molesto prima che sia troppo tardi.

Il tizio pieno di birra si lamenta un pò, si asciuga i capelli ma più di tanto non fa.
La sera continua, altro moito altra corsa, continuano i balli.

Si va avanti più o meno fino alle 5.30 senza grossi rischi, qui piano piano andiamo via.

Io ho portato li Giorgio e Giovanni, Giovanni è al sicuro e Giorgo è sparito, così vado via da solo.

Poi si scoprirà che Giorgio ha tentato di tornare a casa a piedi, quando si è visto perso ha chiamato Giovanni che non si sa come è riuscito a riportarlo a casa.

Cmq, torno a casa tardi, vado a dormire perché il giorno dopo c’é il pranzo di Natale e bisogna essere in forma.